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9. Lo scienziato e la natura

Ecco, questi erano dei piccoli esempi, solo per dare l'idea di che cosa significhi che la mente costituisce un ordine, una regolarità: non estrae l'ordine logico e la regolarità dalle cose ma applica un ordine logico fatto mediante l'attività attenzionale. Similmente Kant 200 anni fa, nella "Critica della ragion pura" aveva affermato per esempio che lo scienziato fa le leggi della natura, non va dalla natura, non si pone di fronte alla natura come un allievo che voglia essere istruito su come la natura sia fatta, ma lo scienziato impone le proprie leggi alla natura. Questo imporre leggi alla natura non significa che sia lo scienziato a decidere che il sasso cade. Il sasso cade indipendententemente dalla logica dello scienziato, ma la legge di gravità è un'imposizione della scienziato alla natura, un modo in cui lo scienziato vede la natura. Potrebbe vedere questo sasso che cade in altri modi e allora avrebbe un'altra fisica, che noi non concepiamo ancora ma che forse ci sarà fra duecento anni. Quindi queste idee si trovano già in Kant, sono state però annacquate secondo me dagli interpreti, sia seguaci che avversari di Kant. Oggi c'è un certo movimento verso altre interpretazioni di Kant, io mi vedo fra quelli che cercano di contribuire a questo cambiamento ma non sono uno specialista di Kant, sono solo uno che dice, Ceccato ha presentato delle idee analoghe a Kant, cerchiamo di metterle insieme e di fare un teoria unificata della mente combinando Kant e Ceccato.


©1998,M.Bettoni,CZM,Fachhochschule beider Basel

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