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7. La paura del vuoto Un' ultimo punto che voglio premettere, importante quanto il contrasto col senso comune, è un punto per me nuovo: ci sono arrivato solo recentemente nonostante mi occupi di queste cose da ca. 18 anni. Penso che un elemento importante sia che la concezione di Ceccato faccia paura. Infatti ad un congresso in Germania ca. 6 anni fa qualcuno nella discussione disse che se Ceccato avesse ragione, lui si sentirebbe mancare la terra sotto i piedi. Cioè una paura del vuoto e paura di perdere verità assolute. Se io sostengo che questo tavolo è un oggetto e che è la natura stessa del tavolo a dirmi che si tratta di un oggetto, ho una verità assoluta. Infatti se è natura del tavolo di essere oggetto, tutti coloro che lo guardano devono adeguarsi a dire "Si, è un oggetto". Quindi c'è una verità assoluta, valida per tutti. Invece nella concezione di Ceccato è la mente a costituire le funzioni che organizzano il pensiero; i concetti - come 'oggetto' - che costituiscono un pensiero sono ottenuti dalla mente. Quindi per il tavolo, il fatto di essere 'oggetto' non è caratteristica del tavolo stesso ma funzione logica della mente che organizza il pensiero. In questo modello di Ceccato non c'è una verità assoluta, cioè uguale per tutti, che si impone all' osservatore, al ricercatore, allo scienziato, per cui tutti gli scienziati ad un certo punto devono riconoscere "Si, è un oggetto". Qunindi non essendoci una verità assoluta sorge questo problema della "paura del vuoto", la sensazione del sentirsi mancare la terra sotto i piedi; e penso che questo sia un punto che è stato trascurato da Ceccato stesso - e per quanto ne so da tutti i suoi allievi - mentre io penso che sia qualcosa che vada approfondito per capire più a fondo come la concezione attenzionale della mente possa causare questa paura del vuoto e che rapporto ci sia tra il modello che Ceccato propone e questa paura. ©1998,M.Bettoni,CZM,Fachhochschule beider Basel Go to: Next slide / Index of talk |