Aforismi EMSF

Carlo Sini

 

L'avventura della parola

Si può dire che noi occidentali, noi europei e naturalmente anche l'occidente americano che da noi ha derivato la cultura, in un certo senso parliamo tutti la stessa lingua. Qual è quest'aria di famiglia, qual è questa unità profonda che si suole chiamare filosofica? Credo che la prima osservazione che si potrebbe fare è questa: tutta la nostra civiltà si fonda sostanzialmente su una avventura della parola. Per tante ragioni, che sarebbe difficile enumerare o esaurire, agli uomini dell'Occidente è accaduto di cominciare a parlare diversamente da ogni altro uomo di ogni altra civiltà.

Come si fa ad indicare questa differenza? Si può tentare in tanti modi. Io ricorderò un episodio filosofico, o forse l'episodio filosofico originario della nostra cultura; si potrebbe dire, metaforicamente, l'atto di nascita della filosofia e quindi della nostra cultura, che è totalmente, eminentemente pervasa di spirito critico cioè filosofico.

Questo episodio accade in quel poema straordinario che é il poema di Parmenide, nel quale un giovane, che vuole raggiungere la sapienza, prende una via iniziatica per ascoltare la parola della dea. Questa dea, dopo avere parlato con il giovane, gli rivolge la presente osservazione; gli dice: “osserva, giudica, krinai”, cioè giudica proprio quello che io ho detto e le dimostrazioni che ne ho dato.

Io ho l'impressione che nessun uomo prima abbia mai parlato così come parla questa dea, la quale dice all'uomo: ciò che ti sto dicendo non è credibile perché lo dico io - che sono un dea -, non è credibile per l'autorità della mia parola e per il luogo, per l'autorità del luogo a partire dal quale è stata proferita: questa parola non è il Dio che la ispira, ma sei tu con la tua ragione che ti fa giudice della sua verità.

Questo è un discrimine fondamentale: da questo momento si potrebbe dire (come è stato detto per esempio da Michel Foucault) che lo statuto della verità cambia luogo; prima stava in un esercizio della parola profetica, ora sta nell'esercizio di una parola logica. Riflettiamo sul fatto che questo è l'atto di partenza di una umanità che si legittima appunto dialogando, adducendo ragioni alle proprie motivazioni; che si legittima attraverso uno scambio e un dibattito e una dialettica delle idee (che poi è l'essenza stessa della democrazia così come i greci la pensarono e come ancora oggi noi, in fondo, la frequentiamo).

Da questo atto di nascita il soggetto si distacca dal mondo - dalla sacralità del mondo - e se lo pone di fronte per giudicarlo. Questo è l'atto di nascita di tutte le nostre scienze. La stessa esperienza religiosa, la stessa esperienza artistica in Occidente è diversa dall'esperienza religiosa degli altri popoli e dall'arte degli altri popoli; si specializza appunto in relazione ad una ragione, ad una ragione logica, diventa un campo a sé come l'estetica o come la teologia. Tutto questo è impensabile in altre culture, come per esempio quella musulmana: è impensabile che la teologia, la politica e l'arte stiano in sfere separate.

Tutto ciò nasce da quel krinai che dice la dea, cioè “dividi, giudica”, assumiti la responsabilità di una valutazione soggettiva; quindi diventa soggetto. La dea dice: giudica con la tua mente, con la tua ragione, con il tuo logos. Lo dice a questo giovane che è l'emblema dell'uomo dell'Occidente; noi abbiamo voluto e vogliamo che tutti, nessuno escluso, giudichino con la loro ragione: questo è il fondamento della democrazia.